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Per la rapina al supermercato di Romanengo
Il macellaio 37enne che martedì pomeriggio ha accoltellato il rapinatore del supermercato Dpiù a Romanengo, Claudio Micheli, 49 anni, bergamasco, martedì pomeriggio al termine di una colluttazione durante la quale sono partiti dalla pistola del bandito due colpi non verrà indagato: nessun avviso di garanzia è pronto per lui, nemmeno come “atto dovuto”. Semmai solo se nel proseguo delle indagini dovessero emergere altri particolari, ma, come ha dichiarato il capitano Antonio Savino in conferenza stampa “allo stato attuale risulta evidente l’imminente pericolo e quindi l’uso giustificato della legittima difesa”.
Micheli, che dopo un delicato intervento (è stato colpito a un fianco e in maniera leggera al polso destro) è stato trasportato all’ospedale di Seriate, rimane in prognosi riservata, ma a quanto pare non sarebbe in pericolo di vita. Emergono altri particolari dell’arresto: uno rende l’idea della pericolosità di Micheli e soprattutto del complice, Roberto Dassi, 64 anni monzese che guidava l’auto della fuga: ha sulle spalle un ergastolo per concorso in omicidio e a pioggia decine di denunce e arresti per reati gravissimi, dal sequestro di persona, allo spaccio, alle rapine: i carabinieri non confermano alcune voci che lo vorrebbero negli anni '70 a contatto con le bande più famose dell’epoca. Ieri a Romano di Lombardia la polizia locale, alertata dai carabinieri di Crema, allestisce un posto di blocco proprio nei pressi dell’ospedale. La Punto dei banditi viene fermata. Dassi, alla guida, finge di fermarsi, ma all’ultimo momento pigia sull’acceleratore con l’evidente intenzione di travolgere i tre agenti che, scansandosi rapidamente, all’ultimo minuto riescono a evitare di essere investiti.
04 Settembre 2013
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