L'ANALISI
03 Febbraio 2017 - 18:47
Sabbioneta è il centro monumentale più ricco di tutta la provincia di Mantova, tanto da essere chiamata la ‘Piccola Atene’.
La città fu creata nella seconda metà del XVI secolo da Vespasiano Gonzaga, ambizioso principe, nato da uno dei rami cadetti della numerosa famiglia. Avendo egli ereditato alcune terre periferiche del mantovano con il modesto villaggio di Sabbioneta, decise di distruggere quest'ultimo e di edificarvi, in minuscole dimensioni, una città ideale concepita da lui personalmente.
Chiusa da una cinta di mura di pianta stellare, la città rappresenta il più completo esempio di una raffinata sede ducale cinquecentesca. Il suo nome richiama alla mente l'idea della sabbia; e forse una desolata landa sabbiosa doveva essere il luogo dove sorse poi la cittadina. Si dice anche che sia stata così chiamata da San Sabino che predicò in questi luoghi.
Al centro della piazza castello, antica Piazza d'Armi, si erge una colonna romana, con base e capitello in bronzo, opera di Andrea Cavalli nel 1584. Sul capitello poggia la statua di Pallade, pregevole scultura in marmo bianco, che fu acquistata dal duca per la sua collezione archeologica.
Sul lato destro di Piazza Castello sorge la Galleria degli Antichi, una lunga, imponente costruzione in mattoni con porticato di 26 arcate, a cui corrispondono altrettanti archi chiusi al piano superiore. Eretta nel 1583, presenta pareti affrescate da Pietro Pesenti e Giovanni e Cherubino Alberti. Questa galleria costituisce un vero trionfo dell'arte pittorica che richiama alla memoria la corte papale e quella dei re di Francia, entrambe note per il loro fasto.
Il teatro di Sabbioneta, eccellenza architettonica del manierismo italiano, fu progettato da Vincenzo Scamozzi tra il 1588 e il 1590. Voluto da Vespasiano Gonzaga, costituisce ad oggi il prototipo del teatro moderno, superbo esempio di tecnica ed eleganza architettonica ideato per lo svago e il diletto del duca e della corte sabbionetana. A pianta rettangolare, con scena fissa demolita nel secolo scorso e sostituita da un palco, fu il primo teatro coperto costruito appositamente fin dalle fondamenta. Moderni restauri hanno riportato alla luce gli affreschi di scuola veneta che ornavano le pareti. La facciata esterna presenta una raffinata architettura divisa in due ordini da una fascia a marcapiano, in cui si rincorre la scritta ‘ROMA QUANTA FUIT IPSA RUINA DOCET’ volta a celebrare la grandezza di Roma attraverso le rovine dei monumenti antichi.
La piccola Sabbioneta, nata dal sogno umanistico di Vespasiano Gonzaga, dopo quasi 500 anni, rimane un piccolo gioiello urbano di valore inestimabile, che riesce sempre ad emozionare.
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